Festa della Mamma - Associazione «L’AIRONE: tra voli di poesia»

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Festa della Mamma

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La festa della mamma è una festa molto antica, legata al culto delle divinità della fertilità di popoli politeisti, infatti secoli addietro venivano fatti antichissimi riti pagani che duravano diversi giorni, per festeggiare la rinascita della primavera ed il rifiorire della natura ed erano chiamati i giorni della "Grande Madre". Questa festa pagana, con il diffondersi del cristianesimo, venne acquisita dalla Chiesa, divenendo il giorno in cui si celebrava Maria, la Mamma per eccellenza, Madre di Gesù e della Chiesa, forza spirituale della vita e protezione dal male. La sostituzione del culto sembra sia avvenuto fin dalla nascita della Chiesa cristiana e, ancora oggi, il mese dedicato a Maria è proprio il mese di maggio.

La nascita dell'attuale festa della mamma risale invece al XVII secolo e proviene dall'Inghilterra, dove cominciò a diffondersi la tradizione del "Mothering Sunday", che coincideva con la quarta domenica di quaresima, giorno in cui chi lavorava lontano da casa ritornava dai genitori e festeggiava la mamma con un dolce speciale a base di frutta, il "Mothering cake", la torta della mamma. Questa festività, che cade sempre in marzo, si è tramandata nel tempo ed è arrivata fino ai giorni nostri.

In realtà la festa della mamma festeggiata la seconda domenica di maggio, ha infatti origine negli Stati Uniti. Inizialmente proposta dalla signora Julia Ward Howe, nel 1872, come giorno dedicato alla pace, divenne una festa nazionale nel 1914, grazie alle petizioni di Ana Jarvis di Philadelphia. La  Jarvis, infatti, nel 1907, desiderosa di ricordare l'anniversario della morte di sua madre, persuase la sua parrocchia a Grafton, nel West Virginia, a celebrare l'evento la seconda domenica di maggio. L'anno successivo tutta Philadelphia festeggiò la festa della mamma, e già dal 1911 l'usanza si era diffusa in quasi tutti gli Stati americani. Sul finire del 1914, il Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson ufficializzò la festa come festività nazionale, da tenersi ogni anno nella seconda domenica di maggio.
In Italia fu celebrata per la prima volta nel 1957 da Don Otello Migliosi, ad Assisi, nel piccolo borgo di Torbidetto di cui era parroco, la seconda domenica di maggio; in questa data viene celebrata anche in Danimarca, Finlandia, Turchia, Australia e Belgio.
Questa festa non si celebra ugualmente in tutte le parti del Mondo. Ad esempio, in Norvegia la Mamma viene festeggiata la seconda domenica di Febbraio, in Argentina la seconda di Ottobre e in Francia ultima domenica di Maggio, quando si festeggia il compleanno della famiglia.

REGINA DE I POETI
“Ave Maria
Regina dei poeti...”

...E sfuma lezero
el To profilo de veludo
ne la tiepida carezza
de la sera,
fra capitéi fiorìi,
cantilene de rosari
e litanie.

Se stòfega, dolori nudi,
in gropi de umani silenzi
ma in un rampegar
profumà de gelsomini
se spande la belezza
de l’anima tua:
Piena de Grazia...
Perla de poesia.

E rinasse, ne l’ansia
de trasparenze inmacolè,
na nostalgia de cel,
un desiderio de pace
abandonà nei To oci
spèjo de luce
ponte sicuro verso l’Eterno.
           
Nadia

Traduzione:  REGINA DEI POETI
“ Ave Maria / Regina de i poeti…”
…E sfuma leggero / il tuo profilo di velluto / nella tiepida carezza / della sera / tra capitelli fioriti / cantilene di rosari / e litanie.
Soffocano, dolori nudi / tra nodi di umani silenzi / ma nell’arrampicarsi / profumato di gelsomini / si espande la bellezza / dell’anima Tua : / Piena di Grazia…Perla di poesia.
E rinasce, nell’ansia / di trasparenze immacolate / una nostalgia di celo / un desiderio di pace/ abbandonati nei Tuoi occhi / specchio di luce / ponte sicuro verso l’Eterno.

AL TELÀR DE LA VITA
Te faséi a gara col sol
de matina bonora
indafarà fra ombre
de minestri e toaje macè
de cafelate e sorisi.

Profumàa de lissia
el to vestito e te parei
na macia de sol
fra nizoi sgionfi de vento
destesi
al filo zòeno de i sogni.

Se scondéa el to profilo
soto na corona
de cavei neri
e te savei mascarar
anca el dolor
drento colane de perle
infilè de làgrime sconte;

Adesso, te speti
par lézarme ancora ne i oci,
par strucarme
fra i sospiri del cor
e mi gavarò sempre
in scassela, par ti,
el fil ciaro de un verso
e ricamarò fiori de ricordi
al telar de la vita.

Nadia

traduzione: AL TELAIO DELLA VITA
Facevi a gara con il sole/ di buon mattino/ indaffarata/ tra ombre di mestoli/ e tovaglie macchaite/ di caffellatte e sorrisi // Profumava di bucato/ il tuo vestito/ e sembravi una macchia di sole/ tra lenzuola gonfie di vento/ stese / al filo giovane dei sogni//  Si nascondeva il tuo profilo/ sotto una corona/ di capelli neri e/ sapevi mascherare/ anche il dolore/ dentro collane di perle/ infilate di lacrime nascoste,// Adesso.... aspetti..../ per leggermi ancora/ negli occhi/ per stringermi/ tra le braccia del cuore/ ed io avrò sempre / in tasca, per te/ il filo luminoso di un verso/ e ricamerò,/ fiori di ricordi/ al telaio della vita.

ANCORA MAMA
Na olta ancora
s’à postà un cor
nel to niàl
cargo de sogni
e,
in un cantonzin
de oceano,
te cuni un angelo
al ritmo
de un respiro.

Nel giardin verde
del tempo
te sfòi pianin
fiori de speranza
parchè
se ripeta ancora
chel miracolo de amor
e , dedrìo
la porta de un soriso,
possa spiàr da novo
i oceti de na vita

Nadia

PASSAROTO
Te pisochi ransignà ne la poltrona,
passaroto ingrotolio da i tanti inverni,
e le to man, che mai se vedea ferme,
podè so’l sen le sgrana la corona

te sussuri orassioni sensa tempo
sbiassichè int’on latin pitoco che,
solo pa’l Signor pol vèrghe senso

Te verzi i oci, a incrosar i mii...
La vera la m’è granda. Varda,
el diel che bala drento. Quanti ani
ghè passa, int’on tumento...”

Mi, scoltando la to malinconia,
voria cunarte al reve de la luna,
tegnerte co la testa so’l me péto
e consolarte co’l respiro de i me basi;
come quando ti, te me cantai la nina
par ricamar i me sogni de butina.

Mariarosa

UN FIORE
Tra le mani,
un fiore per te
che mi accompagni
ancora
nel silenzio degli anni.

Si sgretolano dal cuore
gli affanni del tempo
e,
nel pensiero dell’anima,
affiora la nostalgia
dei piccoli gesti.

Un fiore...
per portare nel cuore
i valori più cari,
per dirti che
mi manca la luce
quando la nebbia
avvolge il cammino.

Mi consola
il gesto di un fiore,
per sentirti ,
come allora,
vicina...mamma!

Graziella

E ...TE ME SPETI
L’acoa la bagna
polvar de memorie
e l’aria la profuma
de fresco.

E mi, sugo
gozze de malinconia
longo el sentier
de la vita.

E ti
te me speti sentà
sora la carega vecia
con la sialina
su le spale
e el grembial
che cuacia
l’abito de sempre.

Te me ciapi
fra i to brazi,
te me carezi e te ridi,
e mi te conto
de mi..., de ti.... e,
con el calor dei ricordi
scancelo i afani
de la nostra storia
...mama!

Graziella

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